domenica 27 aprile 2008

La generosità orticola

Se avete degli amici o parenti che si dedicano all'orto saprete senz’altro che ci sono almeno due momenti dell’anno nei quali sono sopraffatti da irrefrenabili pulsioni di generosità. Il fenomeno si scatena, di solito, in primavera e in estate avanzata.

Il primo attacco di solito coincide con il periodo in cui le verdure, dopo aver sofferto il gelo per tutto l’inverno hanno una “crisi mistica” e decidono improvvisamente di assurgere al cielo. Crescono in altezza e non in dimensioni e così vanno in “canna”, cioè a seme. Voi vi aspettate che le cicorie (finalmente) facciano la loro bella palla rossa, dopo aver stentato per tutta la stagione fredda e invece quelle si allungano e si preparano a mettere il loro pennacchio di semi. L’ortolano reagisce immediatamente alla circostanza e, prima che le insalate diventino impresentabili, le rifila a tutti quelli che conosce.

Quest’anno posso vantarmi di aver “depurato” i miei suoceri da tutte le scorie invernali a furia di cicoria cotta. A loro è piaciuta moltissimo e anche io mi sono sentito “più buono”.

Il secondo picco di generosità è quello tardo- estivo, detto anche "del cetriolone”. Se la stagione è propizia gli ortolani della domenica vi rincorrono cercando di rifilarvi cetrioli enormi pieni di semi. Se siete un po’ titubanti vi raccontano di quanto facciano bene, non solo mangiandoli ma anche alla pelle. E’ in questo periodo che si favoleggia sulle virtù del gazpacho”. Intendendo con questo nome un orribile frullato di cetrioli che credo abbia poco a che fare con la ricetta originale.

Solitamente nel mio orto io metto a dimora tre piantine di meloni e due di cetrioli (non posso arrischiarmi a metterne una sola, se per caso fallisce mi tocca vivere dei cetrioli dei vicini, umiliante). Ai veri amici offro il melone agli altri rifilo i cetrioli, siete avvisati!

Scherzi a parte c’è un motivo serio per cui io non gradisco i cetrioli dei vicini e mi azzardo a regalare i miei cetrioli, perché io in realtà non coltivo i cetrioli ma i “Tortarelli”. Sono una varietà particolare di cetrioli coltivati tra l’Abruzzo e la Puglia che hanno la particolarità di essere meno acquosi di quelli tradizionali ma soprattutto di essere più digeribili e quindi di non “riproporsi” a distanza di qualche ora dal pasto, come avviene spesso per molti frutti della famiglia delle curcubitacee.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

quest'anno niente cetrioli ne cicoria nè tantomeno meloni???
i parenti non rientrano tra "amici e veri amici"!?
devo affrettarmi a fare l'orto!
:-)

Anonimo ha detto...

Caro Cirano,
da anni coltivo il mio orto e semino le patate in montagna, compro lil vino e l'olio ( squisito) da una collega che ha avuto il coraggio di tornare a vivere in Puglia sulla terra, composto tutto l'umido ,cambio ancora i colletti alle camicie e cucio i miei (pochi e malandati) vestiti e così via... non cambierà il mondo, ma ho sempre pensato che per prima cosa bisogna cambiare noi stessi. Certo non basta, ma credo che dobbiamo tutti renderci conto che il vero problema sta proprio nel nostro - anche individuale - rapporto con la terra su cui viviamo. Ci aspettano tempi difficili, l'emergenza alimentare è solo all'inizio, ma la fame da un lato sovvertirà tutto il nostro sistema di valori e dall'altro provocherà guerre e movimenti di popoli molto più vasti di quanto probabilmente sia mai successo nella storia. Credo davvero che abbiamo il dovere morale di cambiare rotta.

Cirano ha detto...

Anonimo, anonimo, se tutti gli anonimi fossero come te questo nostro mondo sarebbe meno anonimo!!