giovedì 20 novembre 2008


Vi manca il mio ferro? Sentite nostalgia del mio tocco?
Venite a trovarmi su:
http://iononperdonoetocco.wordpress.com/

lunedì 22 settembre 2008

Settembre, andiamo. É tempo di migrare.

Settembre, andiamo. É tempo di migrare.
L'incipit della celebre poesia di D'Annunzio ben si adatta all'annuncio che devo fare. Il blog cambia casa! O forse si sdoppia, devo ancora decidere. Ho scelto invece di aprire uno spazio un tantino più impegnato (mica da farsi venire l'ernia dalla fatica) nel quale affrontare temi di cui abbiamo un grande bisogno in questo Paese come: il merito, l'efficienza, la trasparenza, il risparmio energetico, ecc...
Intendo farlo in chiave "glocal" Globale e Locale al tempo stesso riflettendo su temi di carattere generale con un occhio a quello che succede dalle nostre parti. Riuscirò a farlo in "pillole" senza essere noioso? Non lo so è per questo forse che mi terro aperta la porta del precedente blog per tornare a "cazzabubboleggiare".
Dai lettori mi aspetto due cose, che se divento palloso me lo dicano con i loro commenti e, per i più volenterosi, che aprano una finestra e che scrivano sul blog insieme a me.
Si stanno avvicinando le elezioni amministrative e tra poco spunteranno come i funghi i "Soloni" dalla ricetta magica, che vorranno fare ogni cosa per il "bene del territorio", anticipiamoli, apriamo il dibattito sulle cose reali, quelle che davvero si possono fare, con l'impegno, la costanza, la coerenza, la tenacia, la praticità tutte doti di cui è in possesso la "Casalinga di Voghera" ma non i fanfaroni di quel mondo in cui regna il darwinismo alla rovescia della nostra politica.
P.S. una migliore definizione del concetto di "glocalizzazione" la trovate qui, ma è in inglese

venerdì 5 settembre 2008

AMICI E NEMICI degli apoidei

In definitiva i fattori che causano la riduzione degli apoidei possono essere naturali o artificiali. Su quelli naturali (brusche e durature variazioni di clima, presenza di predatori e parassiti, incendi, alluvioni) ci possiamo fare poco.
Ma anche l’uomo svolge un ruolo determinante nello sterminio degli apoidei. Si è detto dei fitofarmaci, neonicotinoidi in particolare, ma è possibile citare anche la distruzione dei nidi con le arature di un’agricoltura intensiva, la devastazione delle spiagge, ad opera di un turismo intensivo, per gli apoidei che prediligono tale ambiente (Andrena, ecc…), la mancata attuazione della rotazione agraria, la riduzione della scalarità delle colture, gli incendi delle scarpate, il dragaggio dei corsi d’acqua che sconvolge l’equilibrio degli argini, persino i finestrini delle nostre auto fanno “stragi” di ditteri (di cui non ce ne frega niente) e di apoidei.

Anche voi, ora che ne sapete di più su vittime e colpevoli, siete in grado di schierarvi, semplicemente attraverso scelte consapevoli al supermercato, comprando la frutta e la verdura (non è necessario essere biotalebani basta privilegiare prodotti difesi con i principi della lotta integrata) oppure evitando insetticidi per i fiori sul balcone che contengono neonicotinoidi. In giardino potete privilegiare essenze gradite agli apoidei e lasciare nei punti meno un vista fascine, rami, cumuli di pietre nei quali gli apoidei possano trovare riparo.

Per saperne di più sugli apoidei e sui loro rifugi vi informo che Angelo animerà un laboratorio il prossimo 27 settembre, alle ore 16,00, in occasione della rassegna “Editoria e Giardini” che si terrà a Verbania

Concludo la “saga” degli apoidei con la segnalazione di una interessante pubblicazione in cui mi sono imbattuto on line: “FIORI E API: la flora visitata dalle api e dagli altri apoidei in Europa” di Giancarlo Ricciardelli D’Albore e Francesco Intoppa.

mercoledì 3 settembre 2008

Ancora su Alitalia

Mi sto accorgendo che ultimamente mi sto appassionando un po' di tutto quello che vola. Passo dagli apoidei ad Alitalia! Dalle api ai "mosconi". Scusate ma l'italica impresa del salvataggio della compagnia di bandiera mi affascina.
E poi quella trovata di velocizzare il sistema postale facendo consegnare le lettere da Jackie Stewart, che colpo di genio!
In un precedente post vi avevo detto cosa ne pensa in proposito un gruppo di economisti "traditori" fuggiti dall'Italia per andare a lavorare all'estero. Gente tutt'altro che di sinistra, per intenderci.
Ora ho preparato una paio di altri contributi. Uno è come vede la faccenda un giornale economico on line "La voce" che in un articolo di Michele Polo ci spiega chi ha perso la scommessa di Alitalia, l'altro è il solito comunista di Marco Travaglio, che, dopo averci presentato i 16 capitani coraggiosi, ci conduce per mano in mezzo ai trabocchetti tra Good & Bad Company.
Guardatevi il video quando avete 25 minuti di tranquillità. Da non perdere.


sabato 30 agosto 2008

APOIDEI 4 - Il Colpevole

Da almeno un paio di centinaia d’anni quando si parla di disastri ambientali il colpevole è quasi sempre lo stesso, l’uomo, ma, a proposito di apoidei, se vogliamo essere più precisi vediamo quali sono le principali “armi del delitto”.
Abbiamo detto i pesticidi, ma mica tutti, sono da quasi cento anni chimica sforna pesticidi e, fino ad oggi, le api non sono ma io “morte come mosche” (accidenti i ditteri è difficile tenerli lontani!).
Il principale responsabile della morte degli Apoidei è una nuova classe di insetticidi chiamati “Neonicotinoidi” ecco cosa ho trovato su Wikipedia a proposito:
“ … agiscono a livello del sistema nervoso fissandosi ai ricettori nicotinici dell'acetilcolina; bloccano di fatto il passaggio degli impulsi nervosi con conseguente morte degli insetti. I principi attivi in commercio sono: Acetamiprid , Imidacloprid , Thiacloprid e thiamethoxam. Tutti questi insetticidi sono altamente sistemici tanto da proteggere la pianta molto a lungo: il principio attivo una volta assorbito dalla pianta viene traslocato sui giovani germogli in fase di crescita. È sconsigliato l'uso vicino ai corsi d'acqua, in quanto sono molto tossici per gli organismi acquatici, e nell'epoca di fioritura, poiché sono estremamente tossici per le api.”

Per chi vuole approfondire l’argomento ho trovato un dossier dell’Unione Nazionale delle Associazione degli Apicoltori Italiani il titolo è agghiacciante: “Hanno fatto un deserto e lo hanno chiamato … agricoltura”.

Questa classe di insetticidi vengono utilizzati non solo per irrorare le colture ma anche per “conciare” le sementi. Avete mai acquistato una bustina di semi (in particolare quelli di una certa dimensione, zucchine, mais, ecc …) trovandoli di un bel color fucsia? Quelli sono semi “conciati” per impedire, principalmente, che gli insetti li danneggino durante la fase di conservazione. Quando questi semi vengono manipolati, messi nelle seminatrici, interrati, ecc.. rilasciano in natura parte della loro micidiale polverina.
Ecco la prova del rapporto diretto tra la moria delle api e i neonicotinoidi in Piemonte

Vediamo di dare un nome e cognome a questi neonicotinoidi, così da evitare di comperarli anche nei semplici insetticidi che usiamo in casa o in giardino:
EPIK
CONFIDOR 200 SL 17,8%
CONFIDOR OIL 0,48%,
GAUCHO 350 FS 30,4%,
GAUCHO 70 WS
ACTARA 25 WG
CRUISER 350 FS
CRUISER 70 WSBN
ACTARA PLUS

I dettagli su ciascun prodotto li potete trovare nel prontuario di Fitofarmaci a cura di Muccinelli in questo link ne potete trovare un estratto.

giovedì 28 agosto 2008

Nuovi dipendenti pubblici, parapubblici, pseudopubblici

Nuovi dipendenti pubblici, parapubblici, pseudopubblici sono in arrivo, se andrà in porto l'operazione Alitalia i 7.500 (settemilacinquecento) dipendenti in esubero (nel piano Air France erano 2.500) verranno assorbiti dalle poste e dal catasto.
Me lo vedo lo steward, elegantone, girare per il mio paese con il motorino e il giubbotto con le strisce giallo fosforescenti a consegnare la posta. Spero solo che dalle mie parti mettano quello che ha fatto aspettare il mio volo da Malpensa a Fiumicino di un'ora e mezza perchè doveva imbarcarsi con altri colleghi per tornare a casa!
E al catasto? Si pensava di passare dai foglioni ottocenteschi al catasto digitale, di passare il catasto ai Comuni, siamo già pronti a fare un passo indietro? Di questo passo (indietro) potremmo uscire dall'Europa e tornare alla lira. Quella Turca però!!!
Già l'Europa, chissà cosa ne dirà di questa privatizzazione all'italiana (o bisognerebbe dire alla berlusconiana?)
Ecco in proposito il commento di un esponente di un gruppo di economisti italiani che lavorano in America (per favore non chiamateli "cervelli in fuga)

sabato 23 agosto 2008

APOIDEI 3 - Le Vittime

La notizia della strage si sta diffondendo, ne cominciano a parlare i giornali nazionali, anche sul Blog di Beppe Grillo di ieri c'era un interessante post (ringrazio Diego per la segnalazione), il mio posting giallo a puntate rischia di diventare una comunicazione di retroguardia, ma è bene che se ne parli e che si sappia.

Continuiamo dunque a parlare di apoidei, occupandoci delle vittime di questa strage. Tra tutti gli apoidei è evidente che la più conosciuta è l'ape domestica ma esistono apoidei che hanno una scarsa o nulla vita sociale e per questo, oltre che per il fatto che non producono miele, sono molto meno conosciuti, che ne dite di questo, ad esempio

non vi fa scattare tutto l’immaginario che vi riporta alla maestra della scuola elementare vero?

Eppure, al pari delle api, e forse ancor di più, perché diversamente da queste non sono accudite e curate dagli apicoltori, questi insetti utili sono minacciati da una serie di fattori quali l’eliminazione dei loro posti di nidificazione, la rarefazione delle piante che forniscono nettare e polline, malattie, parassiti ma la minaccia più grande è rappresentata dallo spargimento dei pesticidi.

In Italia le specie di apoidei 25 anni fa erano circa 950, un censimento effettuato tra il 1997 e il 2003, nell'ambito del progetto AMA (Api Miele Ambiente) a cui ha partecipato, tra gli altri istituti di apicoltura a livello universitario, anche quello dell'Università di Bologna, ne ha ritrovate solo il 37%. In una trentina di anni, solo nel nostro Paese sono scomparse quasi 600 specie di apoidei.

Uno studio pubblicato dall’autorevole rivista inglese Science (luglio 2006) rivela che in Gran Bretagna si è avuta un perdita del 52% delle api selvatiche e in Olanda del 67%.

Questi insetti infatti posseggono pochi geni di disintossicazione, come è stato confermato dalla recente pubblicazione della sequenza del genoma dell’ape domestica.
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Il_genoma_dell_ape_domestica/1286724