martedì 29 luglio 2008

La "tempesta perfetta"

Chi di voi non ha mai vissuto il senso di precarietà che si prova al mattino dopo un grossa nevicata, quando nessuna auto riesce a muoversi, quando la cosa più normale, che che si fa tutti i giorni, andare a lavorare, non è possibile e dunque ci si immerge in "occupazioni alternative".
Ricordo da bambino, alla metà degli anni settanta, le domeniche di "Austerity", abitavo in un paesino non servito dai mezzi pubblici, la sera con gli amici rientravamo a casa con l'ultima corriera che ci portava a qualche chilometro da casa e poi tutti a piedi verso casa raccontandoci gli aneddoti più gustosi della giornata.
Sono due esempi di momenti, certamente difficili ma che diventano più sopportabili, con risvolti persino divertenti se si è preparati ad affrontarli.
E poi chi ha detto che situazioni simili non debbano ripresentarsi: in Gran Bretagna molte cittadine si stanno organizzando per la cosiddetta "economia di transizione", quella che dovrebbe aiutarci a superare la "tempesta perfetta" generata dalla tripla crisi dell'economia globale. Si tratta della combinazione della crisi finanziaria globale, del processo di cambiamento climatico e della crescita dei prezzi dell’energia prodotta dal picco della produzione petrolifera. Questi tre eventi si sovrapposti rischiano di creare una miscela esplosiva di combinazioni simile a quella sperimentata durante i tempi della Grande Depressione del '29.
Il movimento del "New Deal verde" da poco nato in Gran Bretagna si occupa proprio di questo:
vediamo di saperne di più grazie ad una traduzione di Daria:

Green New Deal Group – Gruppo del New Deal Verde”, prendendo ispirazione dalla reazione globale guidata dal Presidente Roosevelt per fronteggiare la Grande Depressione, propone una versione moderna di New Deal, un New Deal Verde, progettato per dare forza ad una rivoluzione delle energie rinnovabili, per creare migliaia di posti di lavoro per colletti verdi, per frenare il potere distorto del settore finanziario rendendo disponibile più capitale a basso costo per fronteggiare le imminenti priorità. La più grave crisi globale dai tempi della Grande Depressione richiede importanti riforme, riforme che ancora non sono state considerate dai politici.

Si tratta non solo di regolamentare nuovamente il mercato finanziario e fiscale ma anche di attuare un enorme programma di trasformazione volto a ridurre sostanzialmente l’uso di combustibili fossili e, nel frattempo, volto ad affrontare la disoccupazione e il calo della domanda causata dalla crisi finanziaria.

Questo programma di trasformazione comporta nuove politiche e nuovi meccanismi di finanziamento che ridurranno le emissioni e ci permetteranno di fronteggiare meglio le future carenze energetiche causate dal picco del petrolio. Il New Deal Verde è una reazione alla crisi finanziaria e alla crescente crisi alimentare ed energetica, nonché alla mancanza di un’azione congiunta e globale da parte dei politici.

Il New Deal Verde richiede:

  • Massicci investimenti nelle energie rinnovabili e un’ampia trasformazione ambientale della Gran Bretagna, che a sua volta comporterà
  • La creazione di migliaia di posti di lavoro per i nuovi colletti verdi
  • Di frenare gli aspetti imprudenti e avventati del settore finanziario, rendendo invece disponibile un capitale a basso costo per finanziare l’economia verde di transizione della Gran Bretagna
  • La costruzione di una nuova alleanza tra ambientalisti, l’industria, l’agricoltura ed i sindacati per mettere gli interessi dell’economia reale davanti a quelli di un mondo finanziario incontrollato.
Vi terrò informati su quanto si muove nel mondo del Green New Deal, intanto vi segnalo un blog in italiano sull'argomento e un post dedicato all'interno del blog di Jacopo Fo

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