sabato 24 maggio 2008

THANKS BASKET


E alla fine è giunto il momento di lasciare lo sport agonistico. Lo faccio senza rimpianti, felice per le ultime stagioni che ho passato a Stresa, ma anche consapevole che è meglio tagliare di netto, lasciando un buon ricordo che trascinarsi per il parquet come un monito sull’età con il numero 5.

Gioco a basket da quando avevo 12 anni, ne ho 50, credo si essermelo guadagnato il diritto alla “pensione”.

Per favore non chiedetemi di fare l’allenatore, l’ho fatto a 18 anni, allenando la prima squadra femminile della mia città e ho combinato solo “casini”, mi sono scottato non solo le mani ma anche i piedi e la testa, ma ho imparato a “lavorare” con l’universo femminile e questa esperienza mi è servita durante tutto l’arco della mia vita professionale e ancora mi è utile.

Poi ho allenato per pagarmi l’Università, un’esperienza entusiasmante! Ho seguito i ragazzi di una cittadina industriale, senza altro polo di attrazione che un incrocio brulicante di macchine tra due strade statali e li ho portati da non capire nulla di basket e perdere tutte le partite (contro la prima in classifica 148 a 4) a vincere il campionato tre anni dopo vendicando anche il passivo da guinness dei primati. Ora alcuni di questi “ragazzi” me li trovo a giocare contro in campionato, ormai anche loro ai limiti di età per lo sport agonistico.

Tanto meno chiedetemi di fare l’arbitro. Non riesco a giudicare le cose e i fatti, riflettendoci sopra, figuratevi in una frazione di secondo. Certo spesso esprimo il mio parere: “fallo”, “passi”, ecc… ma è il mio punto di vista e non una sentenza!

E a proposito di arbitri lasciatemi dire la mia su una questione ancora fresca, risale solo a qualche settimana fa, ma che non ha finito di bruciarmi. Il primo fallo tecnico della mia carriera. Sicuramente era ingiustificato, dato da un arbitro che ha iniziato a dirigere “sopra le righe” che voleva vivere una serata da protagonista (poteva anche tirare dei sassi alle lampadine o pisciare nei serbatoi delle macchine, ci sono tanti modi per fare i protagonisti deteriori) che accortosi di aver punito eccessivamente gli avversari in una precedente occasione, si è sfogato riequilibrando i conti col primo “pirla” che passava dalle sue parti. Il problema è che quel “pirla” ha il senso dell’autorità, anche in campo, e se un’ “autorità” si degrada, anche semplicemente in un campo da basket, vi è una scissione tra il concetto di autorità e quello di autorevolezza e ne subisce un danno d’immagine tutto il “senso dell’autorità” in generale.

Veniamo dunque ai ringraziamenti che cercherò di contenere il più possibile per non cadere nel patetico.

Grazie a Daniele, infaticabile lavoratore in campo e fuori, senza di lui non ci sarebbe la squadra. Grazie alle ragazze, per l’affetto e la pazienza con cui ci seguono e per la passione con la quale fanno il tifo per me e per tutti (spesso contro ogni evidenza), specialmente a Debora.

Grazie a Claudio, lui si veramente inossidabile, da quando abbiamo smesso di “menarci” agli allenamenti il nostro rapporto è migliorato, meglio piantare le piantine nell’orto che i lividi.

Grazie a Marco che mi segue da Genova, dove vive per lavoro e, respirando l’aria del porto, gli sta venendo il braccino corto: mi ha scritto che se smetto di giocare vuole vendere le azioni della squadra, per paura di un loro deprezzamento. Tienile care Marco, sono “azioni” affettive non costano nulla e offrono i loro dividendi anche se sei in fondo alla classifica.

Grazie a tutti, per la pazienza, per le palle perse, i passaggi mancati, i tiri di troppo. Ma non me ne vado fuori dalle balle, smetto di indossare la maglia gialla col numero 5, ci vediamo quest’estate al campetto.

M5

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti sei dimenticato di ringraziare la famiglia che ha sopportato tutti i dopo partita e gli acciacchi che si facevano sentire nei giorni seguenti oltre che i riassunti di quanto era successo in campo!

Cirano ha detto...

Mi avrebbe sopportato lo stesso, il basket ha fornito la ragione.
:-)

Anonimo ha detto...

Insomma, come tutti i Grandi, prima o poi la coriera...finisce!
Meno male che ci lasci la speranza di "picchiarti" ancora al parchetto.

In ogni caso, complimenti per la decisione che TUTTI sperano sia definitiva. I Grandi sanno quando è il momento di lasciare.

Cirano ha detto...

Caro, non vi libererete così facilmente di me, ho detto basta per l'agonismo, adesso inizia la "terapia scalare" per evitare l'astinenza. Comunque "alea iacta est" non si torna più indietro.
Il primo evento terapeutico è stata un'amichevole ieri sera e poi mica posso perdermi il torneo 3 on 3 al parchetto.